Biografia di Sant'Ulderico

 

 

Nell' antichissima città di Augusta Vindelicorum, fondata da Augusto nella Vindelicia nell'anno 14 dopo Cristo, alla confluenza dei fiumi Lech e Wertach, nacque colui che avrebbe poi dovuto rifulgere per santità e sapienza nella serie dei Santi: Ulrich, conte di Kyburg.

 

Ulrich, il cui nome beneaugurate significava « ricco di nobile eredità », nacque nell'anno 890 da Hupald conte di Kyburg e da Thielburga figlia di Burkardo duca di Svevia; nella città, capoluogo della Svevia in Baviera, Ulrich trascorse la fanciullezza, poi, raggiunta l'età della discrezione, fu affidato ai padri dei monastero di S. Gallo in Svizzera perché ne curassero l'educazione e la cultura.

 

A diciotto anni, adorno di sapere e di preclare virtù, ritornò in Augusta, allora governata dal principe-vescovo Adalbero (Adalberone), zio di Ulrich, che lo volle seco in qualità di suo segretario particolare. Avvisata in lui una spiccata vocazione allo stato ecclesiastico, questi lo *iniziò gradatamente agli ordini sacri, conferendogli infine il sacro presbiterato.

Non passò gran tempo che lo zelante Pastore Adalbero morì ed il pio Ulrich, pianta la morte e suffragata Vanima dello zio, si ritirò in solitudine crescendo e fortificando le doti di pietà, modestia, carità e mortificazione. Il vescovo Hiltino, successore di Adalbero, morì nel 923 ed il popolo, unanime, si pronunciò per il santo prete Ulrich.

 

Burkhard 1, duca di Svevia, lo propose alla Santa Sede, la quale ratificò la presentazione e lo creò vescovo, di Augusta Vindelicorum. Nella celeberrima cattedrale di Magonza si svolse il rito, della consacrazione episcopale e splendide furono le risultanze dei suo nuovo stato.

 

Ulrich si rivelò solerte e saggio tanto nelle cose spirituali quanto in quelle temporali, continuando a mostrarsi profondamente devoto e conducendo una vita austera di penitenza e di preghiera.

Divenuto consigliere dell'imperatore Ottone 1, con la preghiera e con la parola riuscì a estinguere l'odio implacabile ed inveterato che d'a anni ardeva violento tra l'imperatore e suo figlio Liutolf.

 

La notorietà dell'avvenuta riconciliazione si sparse in tutta la Baviera, con pubblica edificazione di tutti i sudditi.

A spada tratta inoltre Ulrich difese la propria gente rinchiusa nella città cinta d'assedio da orde inferocite di Ungari, assetati di rapine e di bottino, finché non giunsero i rinforzi guidati dall'imperatore Ottone, che con un agguerrito e numeroso esercito costrinse il nemico a precipitosa ritirata oltre il fiume Lech.

 

Senza darsi mai riposo provvide ai bisogni materiali della sua gente; si sforzò di migliorare la vita spirituale dei clero, fondando centri di cultura e d’educazione, ricostruì chiese ed edificò la stessa cattedrale, distrutta da un incendio. Per accogliere, i poveri, innalzò dalle fondamenta un capace ospedale, dotandolo dei necessario: tutto questo impegnandosi in prima persona e spogliandosi dei propri beni patrimoniali.

 

Senza prendersi mai riposo trascorse ben cinquantanni al servizio di Dio, della Chiesa e dei fratelli. Sentendosi prossimo alla morte, ordinò che venisse sparsa sul pavimento della cenere a forma di croce e su quel letto, in profonda umiltà, chiuse gli occhi, rendendo l'anima a Dio.Era il 4 luglio dei 973.

Una folla immensa di sacerdoti, fedeli, nobili e plebei si apprestò a dargli onorata sepoltura nell'antica chiesa di S. Afra, da lui, vivente, amata e venerata.

 

E subito sulla sua tomba si verificarono numerosi miracoli. La fama della sua santità ebbe larga risonanza nella cristianità tanto che papa Giovanni XV nel sinodo, riunitosi in Roma nel palazzo dei Laterano nel 993, ne fece, oggetto di peculiare trattazione.

li vescovo Liutold von Augsburg lesse un’esauriente trattazione sulla vita e sui miracoli compiuti dal Santo Vescovo sia prima sia dopo la morte, aumentando nel venerabile consesso l'estimazione verso il nobile Presule.

 

La sua canonizzazione venne solennemente proclamata per bocca di papa Giovanni XV, che fra l'altro dichiarò: « ... tutte le meraviglie esposte con vivacità Noi abbiamo ascoltato e, a pieni voti, abbiamo decretato che la memoria di Lui, cioè di Ulderico Vescovo, deve essere venerata con affetto piissimo e con devozione quanto mai fedele... ».

Il popolo, in particolare quello bavarese, accolse con manifestazioni di giubilo questa proclamazione, avvenuta a soli vent'anni dalla morte dei Santo, anche perché per la prima volta tale atto avveniva con bolla papale.

 

Era il 31 gennaio 993.

 

 

 

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