La ricostruzione della chiesa di Santa Agnese in Centa |
|
|||
Nel 1615 scoppiò la guerra di Gradisca o degli Uscocchi fra Venezia e l'Austria. Le finalità che la Serenissima perseguiva erano di ripulire l'Adriatico dai pirati slavi, gli Uscocchi appunto, protetti dall'Austria, di ritoccare i confini in Friuli e di annettersi la fortezza di Gradisca. Si ebbe così una guerra “piccola e sconclusionata”, dice il Paschini, “benchè micidiale e rovinosa, combattuta dal dicembre 1615 alla fine del 1617.”
In effetti tale guerra non portò nessuna modifica territoriale, ma Joannis ne risentì perché ne ebbe distrutta la chiesa, quella stessa descritta in occasione della venuta del Visitatore apostolico nel 1570, ed è probabile ne andassero persi in quell'occasione, tutti o in gran parte, gli arredi e le opere d'arte. Ci si chiede se questa chiesa fosse la stessa cui Bernardo di Strassoldo lasciò otto denari nel 1334, e se questa fosse la prima chiesa sorta a Joannis. Per farsi un'opinione in merito si riporta in appendice quanto scrisse Augusto Geat.
La chiesa distrutta durante la guerra degli Uscocchi venne ricostruita, ma in un modo completamente diverso dalla precedente, sia per orientamento (l'abside fu ubicata a settentrione anziché ad oriente come sempre in antico) che per forma e misure e rimase, senza notevoli variazioni fino al 1906, quando venne abbattuta per volere dell’Amministrazione Comunale, sia pur contro il volere della popolazione, per non provvedere ai necessari restauri, anche se poco costosi, vista l'esiguità dell'opera. Il rudere che oggi vediamo è quanto rimane dell'abside e dell'altare. Al centro del pavimento era allogato un sepolcro, oggi danneggiato, dei nobili de Comelli. Sulla pietra tombale la seguente scritta: "In coelis animae, hic corpora Comellorum quiescent. 1644”.
Sull'altare, in una cornice di stucco, era posta la pala raffigurante Santa Agnese datata 1736, oggi nel presbiterio dell'attuale chiesa officiata. Non sappiamo perché venisse ricostruita in forma tanto ridotta rispetto alla precedente; probabilmente si tenne conto che il paese era in espansione ad est e già si pensava ad una chiesa adeguata in posizione centrale, come avvenne. Infatti sappiamo che dove ora c'è via Garibaldi già nel '400 vi erano tre costruzioni. Una era la casa ora sede della sezioni cacciatori, l'altra era la “casa forte”, di cui si dirà, ora compresa nel palazzo Strassoldo, la terza era la cosidetta “torassa”. Si è quindi autorizzati a ritenere che il terreno ad esse circostante sia servito nei secoli XVII e XVIII alla costruzione della restante parte del paese che precedentemente si pensa fosse racchiuso in gran parte nella cosidetta "Cortina".
Dopo la sua dismissione, avvenuta ai primi del Novecento, con la costruzione del nuovo cimitero, l’antico camposanto rimase sempre più desolato:più le date scolpite divenivano lontane e meno persone s’apprestavano a farvi visita. I ruderi di quella che un tempo fu la principale chiesa di Joannis furono sommersi dal verde, sepolcri scoperchiati e lapidi inclinate disegnavano una triste fine per un luogo di morte n tempo vissuto dalla comunità ed anche le mura di cinta andavano man mano componendosi, perdendo forse proprio quei due piedi che il visitatore apostolici Bartolomeo di Porcia nel 1570 ordinò d’innalzare.
I recenti restauri hanno riordinato il tutto, facendo venir meno in parte quel velo di mistero che possiedono i luoghi abbandonati. |
|
|||
|
||||
Webmaster: Visintin Matteo Collaborazione: Pantanali Giulio, Pinat Daniele Idea: Mario Giuseppe Degenhardt Copyright © IlPaeseDelleMeridiane - E-mail: circolonavarca@libero.it |