Chiesa della Madonna dell’Aiuto o Ancona Colloredo

 

 

 

 

Attorno a questa cappella sono nate alcune leggende che hanno come protagonisti i conti Colloredo, potente famiglia friulana.

Si narra che due figli del conte, per motivi di eredità o perché ambedue innamorati della stessa donna, avessero deciso di incontrarsi in quel prato per battersi in duello. Le spade erano già state sguainate quando una bella Signora vestita di bianco si avvicinò e li persuase a pentirsi e ad abbracciarsi per poi sparire misteriosamente. I due fratelli, convinti di aver ottenuto la riappacificati per intercessione della Madonna, fecero costruire in quel luogo una chiesetta dedicata a Maria Ausiliatrice  Un'altra versione racconta che fu la madre dei Colloredo a far erigere la cappelletta, per ringraziare la Madonna di aver salvato i suoi due figli, incontratisi e battutisi in guerra in opposti schieramenti.

 

La costruzione sorge su un crocicchio, sulla vecchia strada che portava a S. Vito, nei pressi di un insediamento romano (resti non visibili) e in origine era probabilmente una semplice edicola sacra nata dalla devozione popolare. La dedicazione alla Madonna del Soccorso e l'affresco (ora molto danneggiato) sulla parete di fondo, che ritraeva la Vergine attorniata da S. Rocco e Sebastiano, protettori contro il morbo della peste, può far presumere che la cappelletta sia stata eretta per impetrare protezione contro quel flagello o come ringraziamento per aver risparmiato la popolazione aiellese nel corso di un'epidemia.

 

L'edificio presenta aula rettangolare con un'abside quadrangolare ed è preceduto da un piccolo atrio forse ricavato in epoca successiva dividendo l'aula trasversalmente. La semplice facciata è sormontata da un timpano sul colmo del quale è posta una monofora campanaria. Le uniche finestre    si aprono sue due lati dell'abside, con arco ribassato. Sempre sull'abside, si notano tre nicchie quadrate, ancora ad arco ribassato, in cui sono visibili alcune tracce di pittura; si può suggerire che un tempo fossero interamente affrescate.

 

Nel corso lei secoli la cappella ha subito rimaneggiamenti ed ingrandimenti (l'attuale presbiterio risale probabilmente al '400) tanto da divenire una vera e propria chiesetta; nel 1863 fu dotata di altare e da allora è tradizione celebrarvi la messa il giorno di Pasquetta.

Nei terreni circostanti l’edificio, numerosi sorto stati i ritrovamenti archeologici occasionali, riferibili ad un insediamento di età romana. Anni or sono fu scoperto un pozzo in mattoni ricurvi del diametro di metri 1,10; vicino si trovarono tracce di un'altra struttura. Furono recuperati diversi materiali come tessere di mosaico bianco e nero, frammenti di ceramica comune o grezza e di ceramica fine da mensa, un tegolone con bollo impresso SEMPR ed alcune monete.

Vicino a tale abitato esisteva un sepolcreto documentato dalla scoperta di una tomba "a sarcofago costituita da mattoni e un’urna cineraria in pietra al cui interno fu rinvenuto un coltello in ferro, leggermente ricurvo. Nei pressi vennero alla luce fittili, frammenti d'anfora, qualche pezzo di marmo, una chiave in bronzo, monete e un campanaccio in bronzo per animati: tracce di un'abitazione oppure, vista la limitata estensione e la presenza di frammenti di ossuari in cotto e balsamari in vetro, di una necropoli.

 

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