Chiesa di Sant’Agnese |
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La chiesa di Joannis dedicata a sant’Agnese V.M., protettrice delle giovani e della castità, venne eretta a metà del ‘700 sul luogo dove sorgeva una cappella più antica (1653) abbattuta nel 1743 per far posto all’attuale. La facciata dell’edificio è scandita da quattro lesene coronate da capitelli ionici. La decisa verticalità è interrotta da un massiccio cornicione che sostiene un coronamento delle linee curve, al centro del quale campeggia un oculo.
All’interno si trovano altari marmorei con statue raffiguranti san Sebastiano e san Rocco, protettori contro il morbo della peste, e una preziosa fonte battesimale del 1575 in pietra, trasportato dalla chiesa di sant’Agnese in Centa. Prezioso ricordo della vita di un tempo è la scritta sulla campana di questa chiesa: “vivos clamo, mortuos plango, fulgura frango” (chiamo vivi, piango i morti, spezzo i fulmini). Le campane erano infatti legate ai momenti di culto e agli avvenimenti di interesse comune: non soltanto chiamavano alla preghiera, scandivano le ore della giornata e le varie fasi della vita della comunità dal battesimo al funerale; servivano per combattere i temporali, in qualche caso per tenere lontano dall’abitato i lupi, segnalavano gli incendi, annunciavano i pericoli di guerra, chiamavano a raccolta per le assemblee pubbliche dette Vicinie (luogo di riunione dei capofamiglia delle comunità). Dietro alla chiesa un tempo esisteva una struttura difensiva, la Cortina, di cui ora non rimangono tracce. Le cente o cortine definiscono le fortificazioni delle comunità rurali o borghi rurali del Friuli e sottintendendo il bisogno di difesa estrinsecato, appunto, con questi particolari recinti muniti e posti su di un rialzo artificiale di terreno, voluti, costruiti e mantenuti da entità contadine al di fuori dell’ordinamento presupposto, ad esempio, sia dal castello feudale, sia dalla città fortificata vera e propria. Nelle forme più semplici e comuni la cortina era costituita da un muro alto 5-6 metri; all’esterno del muro correva un fosso idrico o asciutto. All’interno della muraglia si trovavano la chiesetta, contornata dal cimitero, la canipa (costruzione adibita all’immagazzinamento delle derrate che i coloni erano tenuti a versare alla chiesa) per gli approvvigionamenti, un piccolo magazzino nel quale si conservavano le armi. In Friuli si contarono, dal tempo delle incursioni ungare in poi, oltre un centinaio di cortine |
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