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Le oltre cento meridiane che abbelliscono Aiello e le sue borgate regalano un colpo d'occhio eccezionale. Costruite con tanta sapienza e creatività, sono delle vere e proprie opere d'arte, affascinanti misuratori del tempo tutti da ammirare. Gli orologi solari, insieme alle evidenti tracce del passato austriaco, rappresentano il tratto distintivo di questa piccola comunità della Bassa Friulana che può vantare a pieno titolo la denominazione di «paese» se non addirittura di «capitale» delle meridiane.

 

Alla scoperta delle peculiarità di questa cittadina posta lungo l'itinerario del «Cammino Celeste» che conduce i pellegrini da Aquileia fino al Monte Lussari, invitano le pagine della presente pubblicazione. Si tratta di un ulteriore e importante contributo alla promozione di questa località fornito dal Circolo Culturale Navarca, propulsore di tante iniziative dedicate alla conoscenza degli orologi solari e dei sistemi utilizzati fin dall'antichità per scandire il tempo. La festa delle meridiane che si tiene nel mese di maggio è l'unica manifestazione di questa tipologia a livello nazionale e contribuisce senza dubbio a valorizzare e differenziare l'immagine turistica del nostro territorio.

 

Al sodalizio, presieduto dea Aurelio Pantanali, va il plauso dell'amministrazione provinciale di Udine per il costante e il concreto impegno profuso nella valorizzazione di Aiello e dei suoi orologi solari e per aver sviluppato, sempre su questo tema, l'itinerario turistico «Nel segno del tempo» che unisce le meridiane di Aiello agli orologi di Pesariis, paese della Val Pesarina in Carnia. Un'originalissima proposta dei sicuro interesse per i visitatori che potranno anche apprezzare queste due località dal punto di vista paesaggistico, storico e ambientale.
 

 

 

Pietro Fontanini

Presidente della Provincia di Udine

 

 

 

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In un paio di decenni il territorio comunale di Aiello ha conquistato una fama internazionale come «paese delle meridiane». Questo libro spiega perché in realtà questi suggestivi strumenti di misura del tempo hanno trovato tanto spazio sugli edifici pubblici e privati del territorio comunale. Lo scorrere delle ore, misurato visivamente dallo spostarsi lento ma inesorabile dell'ombra, ricorda il percorso della Storia di una comunità, delle famigli e delle persone che la compongono.

 

Della descrizione delle meridiane e della loro collocazione nei luoghi strategici, deriva quasi naturalmente il racconto di una vicenda ricca di eventi e suggestioni, nonché di edifici belli e importanti che raccontano tempi, dinastie e imperi tramontati dalla storia ma ancora presenti nella memoria.

 

Il lettore troverà in questo volume una miniera di informazioni e potrà utilizzarlo come una guida alla conoscenza non soltanto delle centinaia di meridiane realizzate un po' ovunque, ma anche dei luoghi più evocativi e delle figure più interessanti di questi bei paesi e di questa meravigliosa comunità di persone che abitano ad Aiello e Joannis.
 

 

 

Andrea Bellavite

sindaco di Aiello

 

 

 

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Il tempo vola oppure è troppo lento, dipende pur sempre da noi e da come lo viviamo... A dire parole di una saggezza temprata dall'esperienza è stato Gillo Dorfles, grande critico d'arte, in un'intervista straordinaria apparsa nel novembre del 2016 per fare il punto sui suoi 106 anni.


Già, il tempo: come interpretarlo, considerarlo, maneggiarlo? Eterno enigma e problema al quale tanti, se non tutti, cercano di dare prima o dopo una risposta, definendola in base a ciò che conoscono, provano, hanno vissuto. Al trascorrere del tempo e a come lo si deve misurare viene da pensare quando si atterra nell'universo aiellese.

 

Appena la prua dell'auto si dirige verso questi luoghi, tranquilli, ben disegnati, sempre un po' sospesi tra campagna e storia, il riflesso condizionato porta a formulare dentro di sé pensieri insoliti e arcani. Questo non riguarda certamente chi vive lì e ha il suo bel tran tran da affrontare ogni giorno. Correndo qui e là, come succede a tutti ovunque, non ha proprio tempo (appunto) per pensare a tali cose.
 

Ma chi invece sceglie di passare una seratina ad Aiello o una giornata intera, richiamato dalle mostre, dagli incontri, dagli spettacoli, dalle fiere, sa che sta entrando «nel paese delle meridiane», dove calarsi in una vicenda molto particolare e tutta da raccontare, come si fa da una ventina d'anni in tanti modi, partendo da pubblicazioni come quella che state per sfogliare, in cui rintracciare fra luoghi e immagini un itinerario, che non è solo artistico o scientifico, ma anche poetico nelle intenzioni.


Poesia: già, strana parola, dai mille significati. Ne ha così tanti che spesso si perde nel nulla. Poesia può essere un ritorno
riuscito ad Aiello se avviene nelle condizioni giuste, di spirito, di luce, di ambiente. E non occorre essere in compagnia.
Pure la solitudine alle volte diventa la miglior compagna di viaggio. La tradizione (perché ormai di questo si tratta), legata agli orologi solari, è abbastanza recente.

 

L'aspetto interessante per chi la osserva da fuori è che ha attecchito in un mondo che aveva già una sua forte e intensa tradizione alle spalle. Solitamente le cose nuove, dettate da esigenze e volontà inedite, prendono più facilmente piede dove il contesto precedente mostrava dei vuoti da riempire in qualche maniera. Non è il caso di Aiello e Joannis, realtà ricche di vicende e suggestioni, raccontate nel modo giusto attraverso le pagine di libri che formano una piccola enciclopedia in cui emerge la specificità d'un territorio tra i più complessi e interessanti in Friuli.

 

La bibliografia è ampia e sorprendente. Per esempio, include alcune testimonianze insolite sugli sviluppi della prima guerra mondiale, un teatro di eventi bellici e umani che segnò fortemente l'anima aiellese visto che il paese cambiò padrone di continuo, dall'oggi al domani, tra rapidi colpi di scena. Il primo coincise con il 24 maggio 1915, allo scoppio del conflitto, quando la gente andò a dormire austriaca e si svegliò italiana per l'arrivo dei soldati di Cadorna.

 

Al primo aiellese che incontrarono chiesero la strada per Trieste. «Dobbiamo arrivarci in quattro-cinque giorni», dissero speranzosi. Episodi narrati nel diario di Guido de Savorgnani, il commerciante che osservava tutto dalla finestra del suo granaio. È solo una piccola curiosissima vicenda colta in una realtà zeppa di storie. Proporre proprio lì e far crescere un'idea nuova come le meridiane non era allora facile e scontato. Poi tutto è andato nel verso giusto grazie alla competenza, alla passione e all'educazione (sì, pure educazione, così necessaria al giorno d'oggi) con cui tutto è stato fatto. Le iniziative sono state spiegate, condivise, partecipate.

 

Chi voleva diffondere le meridiane ad Aiello e Joannis ha agito mediante tatto e rispetto, senza prevaricare, facendo capire che il paese non ne sarebbe stato deturpato, bensì arricchito di colori e suggestioni. Non è semplice agire così. Si deve avere un po' l'animo del personaggio narrato dallo scrittore francese Jean Giono nel bellissimo racconto che si intitola «L'uomo che piantava gli alberi». Paesi e città sono come quella valle della Provenza dove si attendeva chi, con slancio e disinteresse personale, creasse una foresta e attorno una comunità.
 

La storia delle meridiane di Aiello e Joannis è un pò questa. Non si tratta soltanto di disegnarle sulle case, di organizzare le conferenze, di allestire il cortile nel Museo della Civiltà Contadina del Friuli Imperiale. Tutto impossibile senza la fantasia, la convinzione e i sentimenti della gente, nessuno escluso.

 

Chi arriva adesso ad Aiello lo capisce al volo. È come un fremito nell'aria, un brivido nel buio del Pascut. Solo poesia e basta? Forse, ma è così che si fa parte della «int», in una sorta di solidarietà quasi mistica e affettuosa con la propria terra.

 

 

 

Paolo Medeossi

 

 

 

 

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