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Una straordinaria testimonianza

 

La Basilica di Aquileia è straordinaria testimonianza di come l'autentica fede cristiana sia in grado di trasmettere il medesimo messaggio valorizzando la varietà dei linguaggi culturali e artistici che caratterizzano le diverse epoche della Storia. La chiave per interpretare ogni particolare è contenuta nella parola greca «kerygma», cioè l'annuncio solenne della morte e della risurrezione di Gesù Cristo. A partire dal mistero pasquale è possibile risalire nel tempo fino all'origine di tutto ciò che esiste, scoprendo nella natura e nelle antiche vicende umane i segni del sacro, il «tremendo e affascinante» che suscita inquietudini, interrogativi, attese e speranze.

 

Dalla protostoria aquileiese all'epoca della conquista romana fino agli inizi del paleocristianesimo tante sono anche ad Aquileia e dintorni le manifestazioni del senso religioso, ritrovate nelle campagne o sulle pendici del Carso o testimoniate dalle culture dedicate ai nomi divini della Grecia, di Roma, dell'Egitto e dell'Oriente. La Pasqua rivela l'intensità di un'attesa che attraversa il passato ma illumina con il suo fulgore di speranza il presente. La Chiesa dei martiri continua in quella di Teodoro che «adiuvante Deo omnipotente» costruisce insieme al «poemnion», cioè al gregge di Dio, il primo luogo di culto pubblico, caratterizzato dai meravigliosi mosaici con i simboli avvincenti e non sempre facilmente interpretabili, 1700 anni dopo.

 

La Chiesa dei patriarchi racconta grandi imprese artistiche alternate a tempi di distruzione e di divisione, la Basilica racconta l'eterna vicenda del costruire e del disfare. Attraversa l'epoca degli imperatori e della formazione di una sempre mobile identità europea, giungendo fino alle tragedie del XX secolo, causa di profonda sofferenza in terre di confine chiamate alla scoperta di quanto sia meravigliosa la comunione nella ricchezza delle diversità e purtroppo spesso devastate dai nazionalismi e dagli imperialismi che hanno generato guerra, violenza e distruzione.

 

La visita alla Basilica di Aquileia è un tuffo nell'umana avventura, un annuncio di Vita che avvince ogni essere umano sensibile alla Bellezza, un'occasione di approfondimento della fede per il credente in Cristo, un forte messaggio di pace, di speranza e di solidarietà in un'epoca nella quale sembrano prevalere la preoccupazione, l'incertezza e la paura. Buona lettura di questa «guida» e soprattutto, buona visita ad Aquileia.
 

 

 

Carlo Roberto Maria Redaelli

Arcivescovo Metropolita di Gorizia

 

 

 

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Un itinerario emozionato ed emozionante

 

Chi non ha immaginato, almeno una volta nella vita, di poter salire su una “macchina del tempo”, di ripercorrere a ritroso la storia e magari di fermarsi in un momento ben preciso del passato e in un luogo particolarmente amato? La “macchina del tempo” di Andrea Bellavite è atterrata ad Aquileia, in piazza Capitolo, e non poteva essere altrimenti. Perché è proprio in questo luogo, così carico di fascino, che in un ipotetico salto all’indietro nel passato si potrebbero vedere con occhi stupiti la nascita, lo sviluppo, le trasformazioni del complesso basilicale e, con essi, quelli del Cristianesimo aquileiese. E perché, dunque, per un appassionato e dotto cultore di storie e di fede qual è Andrea Bellavite, questo è davvero un luogo speciale, un luogo privilegiato.


In questo volume, corredato da splendide foto del passato e del presente, l’Autore ci conduce agilmente per mano attraverso più di millesettecento anni di fede e di storia del complesso basilicale: dalle preesistenze romane al primo nucleo episcopale voluto dal vescovo Teodoro subito dopo il 313 d.C., dall’imponente complesso realizzato tra la metà del IV secolo e l’inizio del successivo alle trasformazioni carolinge, dalla basilica del patriarca Popone nell’XI secolo alle trasformazioni medievali e moderne. E si sofferma, poi, oltre che sui celeberrimi mosaici teodoriani dall’interpretazione ancora in parte discussa, su due scrigni di incomparabile interesse e bellezza: la «cripta degli scavi», in cui si può toccare veramente con mano le strutture dei primi complessi basilicali, oggi ancor di più di prima grazie alle indagini tuttora in corso, e la cripta degli affreschi, con le scene dedicate alla leggendaria (ma davvero solo leggendaria?) origine marciana dell’evangelizzazione di Aquileia.


Quello di Andrea Bellavite è un itinerario emozionato ed emozionante nella basilica di Aquileia e nel primo Cristianesimo della regione altoadriatica. Scorrendo le pagine del volume, ci sentiamo come il Ponziano protagonista della storia immaginaria del percorso battesimale che lo chiude: attoniti e stupefatti di fronte alla ricchezza dei mosaici e delle pareti affrescate del complesso teodoriano e, per i credenti, anche di fronte al messaggio di salvezza che essi volevano significare.
 

 

 

Cristiano Tiussi

direttore Fondazione Aquileia

 

 

 

 

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