Il Tempo il Sole, la meridiana a cavallo dei due confini - Comune di Aiello del Friuli

 

Il Sole e la misura del tempo

 

 

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La nostra vita scorre scandita da appuntamenti ed orari, con ritmi sempre più veloci.

 

Il modo nevrotico di concepire ed organizzare il tempo, ora accettato con naturalezza, non ha più dì cent'anni dì vita ed ha raggiunto punte parossistiche negli ultimi decenni. Per giungere a questi estremi l'uomo ha percorso un lungo e tortuoso cammino, che si è dipanato tra le tenebre della notte, che inducono al riposo, e la luce del giorno, che spinge alla vita attiva.

Fra la luce e il buio, però, esiste un altro stato. E' l'ombra, quel qualcosa, cioè, che ci segnala la sua presenza attraverso un'assenza: la mancanza di luce. Questa ambiguità paradossale ha sempre intrigato l'uomo dando vita ad un linguaggio metaforico non sempre benevolo nei riguardi dell'ombra: tramare nell'ombra, carattere ombroso, l'ombra dì se stesso, fare ombra a qualcuno.

 

Va ricordato però che senz'ombra non si vive: in tutto il mondo antico solo i morti non hanno ombra e Peter Pan per vivere tranquillo deve recuperare con Trilli la sua ombra e farsela cucire ai piedi.
Per gli astronomi, invece, le ombre sono state lo strumento principe d'indagine, da Eratostene che misura la circonferenza della Terra, ad Aristarco che calcola la distanza dal Sole, a Galileo che con il suo telescopio scopre sulla Luna valli e monti e ne misura l'altezza.
 

 

Indice dei paragrafi:

  1. Dall'uomo della savana all'agricoltura

  2. Misurazione del tempo ad ore ineguali

  3. Meridiane e numeri dall'oriente

  4. Convivenza tra orologi meccanici e meridiane

  5. Il telegrafo e la scomparsa degli orologi solari

  6. Il ritorno con l'avvento del computer

  7. Il paese delle meridiane

  8. Capire gli orologi solari senza la matematica

  9. Il ruolo del Malignani

 

 

 

Dall'uomo della savana all'agricoltura


Venendo alla misurazione del tempo, il Sole, il corpo dell'uomo della savana e la sua ombra, che nel corso della giornata si accorcia fino al mezzogiorno, per poi allungarsi nuovamente fino al tramonto, sono stati il primo orologio solare, la prima meridiana.

Calcolare i tempi del rientro presso il fuoco, per ridurre i rischi che le tenebre portavano con sé, significava aumentare le probabilità di sopravvivenza.
 

Durante la complessa fase di passaggio dall'attività di cacciatore e raccoglitore a quella stanziale di agricoltore, il corpo viene sostituito da un palo, o da una pietra, per registrare il movimento del Sole ed il fluire del tempo.

Alcuni di quegli uomini poterono dedicarsi più assiduamente a questo studio, anche grazie all'eccedenza di cibo che l'attività agricola garantiva.

Ma quegli studi contribuirono, a loro volta, ad incrementare le riserve alimentari, grazie proprio ad un sempre più preciso calcolo del ciclo delle stagioni ed alla programmazione delle semine e delle altre attività agricole. L'osservazione della retta degli equinozi e delle curve dei solstizi hanno segnato questa fase.

 

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Misurazione del tempo ad ore ineguali


Le prime notizie certe di una divisione della giornata in 12 parti si riferiscono agli Assiri e risalgono ali'VI II secolo a.C, mentre la divisione del giorno in 24 ore e quella dell'anno in 365 giorni sono attribuite agli Egizi.

L'osservazione degli astri, dell'eclissi, dell'alternanza delle stagioni, assieme alla loro carica di mistero, divennero appannaggio esclusivo delle caste sacerdotali che ne fecero uno strumento di dominio e di controllo della società.

In Occidente, coloro che svilupparono la scienza della costruzione di strumenti basati sul Sole, furono i Greci, che erano sempre a stretto contatto con il mondo medio orientale.

 

I Romani si appropriarono delle tecniche greche, ma nel I secolo d.C. le loro conoscenze erano ancora superficiali, poco raffinate, come spesso accade agli imperi nascenti: la meridiana che avevano predato a Siracusa era stata ricostruita a Roma senza tener conto della variazione di latitudine, così che per due secoli vi lessero l'ora sbagliata.
Il metodo di misurazione del tempo adottato nel mondo romano viene chiamato Antico, Giudaico o ad Ore Temporali Ineguali: la giornata di luce veniva divisa in 12 parti e la loro durata variava dall'estate all'inverno, passando dai 75 ai 45 minuti.

 

Si può ben capire come il nostro modo d'intendere e di vivere il tempo, con ore dalla durata costante, sia cambiato. Con la caduta dell'Impero romano, per lunghi secoli ad occidente la custodia del tempo e del sapere resta appannaggio dei monaci: il Tempo è dedicato principalmente al Signore, meno ai commerci.

Nel VII secolo le meridiane che si realizzavano erano semplici, di forma semi-circolare a parete verticale, con funzione di orologio solare, con sei od otto divisioni orarie. Queste, oggi dette ore canoniche, corrispondevano alle funzioni religiose: le Laudes all'alba, la Sexta o Angelus a mezzogiorno, il Vespro o Ave Maria al tramonto.

Erano certamente funzionali ad un mondo meno frenetico del nostro.
 

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Meridiane e numeri dall'oriente


Nel 1200, periodo delle Crociate, il pisano Fibonacci apprese, durante i viaggi in Medio Oriente, la matematica araba, e pubblicò "Liber Abbaci". L'introduzione dell'algebra in Occidente, grazie all'apporto culturale e scientifico del mondo arabo e, alla fine del Seicento, rinnovazione apportata dal calcolo trigonometrico, permisero la progettazione matematica delle meridiane, non solamente la loro realizzazione grazie all'osservazione del movimento dell'ombra o a sviluppi geometrici.
 

I Veneziani, commercianti e imprenditori che avevano bisogno di uno strumento più raffinato, diedero un grande impulso alla diffusione in Europa della nuova scienza, appresa in Medio Oriente, ed alle meridiane, dette "ad Ora Italica": la giornata veniva divisa in ventiquattro ore, a partire dal tramonto.

 

Nei "Diari udinesi" della fine del '400 troviamo descritti fatti di vita quotidiana che testimoniano l'uso dell'ora Italica: "... nacque la domenica del 2 marzo 1462 e fu battezzato alle ore 20 ...".Non erano nottambuli (ai primi di marzo il Sole tramontava alle attuali 17,50, corrispondenti alle ore 24 Italiche): le ore 20 corrispondevano allora all'incirca alle 13,50.
Nello stesso periodo hanno larga diffusione anche le meridiane "ad Ore Babiloniche", che prevedono la divisione della giornata in 24 ore, ma a partire dal sorgere del Sole.
 

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Convivenza tra orologi meccanici e meridiane
 

Giungiamo così all'epoca dei primi orologi meccanici. Nel '400 nell'Europa centrale, sulla spinta di esigenze economiche, ma probabilmente anche per il fatto che non si poteva misurare il tempo sempre con il Sole, si iniziò a produrre i primi orologi a rotismo, che furono perfezionati nel '600 grazie all'applicazione del principio galileiano dell'isocronismo delle oscillazioni del pendolo.

The clock, ovvero letteralmente la campana automatica segnatempo, nasce con gli orologi meccanici ed è l'elemento fondamentale dello sviluppo dell'automazione nel mondo moderno. L'orologio infatti, e non la locomotiva, è lo strumento chiave, nel bene e nel male, della civiltà industriale.
Dopo la realizzazione dell'orologio meccanico da torre, nella cattedrale di Norwich nel 1321, ci vollero ancora più di quattrocento anni di sviluppo tecnologico per trasformarlo in cronometro di precisione, ma lungo quei secoli le meridiane furono utilizzate per correggerne gli errori.

 

E' in questo periodo che si afferma un nuovo modo di misurare il tempo con le meridiane, chiamato a ore d'oltralpe o francesi. Gli orologi avevano bisogno di essere regolati in modo meno vago che in precedenza, alba - tramonto, con il mezzogiorno che era segnato da una linea obliqua.

Nelle meridiane ad ore d'oltralpe o francesi il mezzogiorno è una retta verticale che indica le attuali ore 12 ed il conteggio delle ore inizia dopo la mezzanotte. La giornata da allora restò divisa in 24 parti uguali, con il mezzodì che coincide con le 12, suddivisione che noi utilizziamo abitualmente.
 

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Il telegrafo e la scomparsa degli orologi solari
 

Giungiamo così alla fine dell'Ottocento, quando ormai, grazie alle nuove tecnologie, la precisione dei cronografi diviene tale che le meridiane perdono ogni utilità. L'avvento dei mezzi di trasporto veloci, non più animali, e soprattutto del telegrafo, comportò la necessità d'introdurre l'Ora Ufficiale prima e i fusi orari poi: a Londra ciò avvenne nel 1848 e in Italia nel 1898.

Non poteva più darsi il caso che un telegramma inviato da Venezia alle ore 11 giungesse a Torino alle 10.40.
 

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Il ritorno con l'avvento del computer
 

Per cento anni praticamente non si parla più di meridiane. Solamente l'avvento del computer negli anni '80 le riporta all'attenzione di molti, grazie alla relativa facilità con la quale i programmi informatici permettono di calcolare i parametri necessari alla loro realizzazione.

La meridiana ritorna non come strumento, ma come gioco, come elemento decorativo sulle facciate delle case e nelle piazze.


In Friuli, agli inizi degli anni Ottanta, abbiamo realizzato il primo programma di calcolo. In seguito, con Leonardo Comini ed Aurelio Pantanali, che ne è l'animatore e il motore, è nato un movimento di gnomonisti in Friuli.
 

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Il paese delle meridiane
 

Aiello del Friuli è diventato così il paese delle meridiane. Per averne più lustro, potremmo far risalire la vocazione del paese ad epoca romana, grazie al ritrovamento di molte meridiane emisferiche nelle campagne della Bassa. Di fatto, però, il punto di partenza è stato il laboratorio di scienze della Scuola Media di Aiello diretta dal Preside Giuseppe Marcante, particolarmente attento a sostenere i principi di una didattica attiva.
 

Uno di questi percorsi ha riguardato lo studio del Sole e del Tempo. Semplificando molto, si è fornito ai ragazzi un ritto, il piazzale soleggiato, un metro, fogli righello e matita. L'introduzione dell'argomento avveniva con cenni sul sistema tolemaico e copernicano.

Dal lavoro di osservazione, in due diversi giorni dell'anno, segnando con il gesso il vertice dell'ombra proiettata dal ritto sul piazzale, emergevano le curve delle stagioni, oltre che quelle orarie.

Effettuare le misure e riprodurre il disegno in scala su un foglio a quadretti, era un utile e concreto esercizio di calcolo e lavoro.

 

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Capire gli orologi solari senza la matematica
 

Le idee e le sperimentazioni elaborate nel cortile della scuola media sono servite a Franco Bressan, Caterina Zimolo (entrambi insegnanti ad Aiello) e all'ing. Luigi Castelli per progettare un prototipo manuale di meridiana per la piazza di Palmanova esposta alla Biennale Architettura del 1985.
Partendo da questo modello, che ben si prestava alla visualizzazione del percorso del sole e delle ombre, e dalle esperienze scolastiche, abbiamo progettato e realizzato tre apparecchiature didattiche automatizzate.

Così, senza calcoli matematici, attraverso la simulazione del movimento del Sole, si può osservare l'ombra proiettata da uno stilo in qualsiasi giorno dell'anno e a diverse latitudini. In un'ora si possono così ripercorrere ed approfondire le insostituibili osservazioni condotte e registrate durante l'anno.


L'apparecchiatura orizzontale permette di comprendere meglio come, con l'osservazione dell'ombra, si possa prevedere il ritorno delle stagioni. Il tutto operando da sé, scegliendo le opzioni sullo schermo del computer.
L'apparecchiatura verticale, assieme ad un mappamondo, permette invece di comprendere ciò che non si riesce ad intuire guardando una meridiana posta su un muro: la parete deve essere a Sud? Lo stilo deve essere perpendicolare al muro? Perché lo stilo è inclinato? Perché le curve delle stagioni hanno quella forma strana?

 

Queste sono le domande alle quali si può rispondere con semplici operazioni e osservazioni. Senza complessi calcoli trigonometrici, guardando la sfera e le sagome poste a diverse latitudini ed inclinazioni, si osserva infatti che tutti gli stili sono paralleli all'asse terrestre e che solo così l'ombra cade sulla verticale al mezzogiorno.
Esistono diversi programmi che realizzano simulazioni al computer, ma a nostro avviso manca la concretezza e il piacere di giocare, di operare con strumenti veri e non virtuali. Abbiamo utilizzato l'informatica, ma solamente per far muovere le macchine.

 

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Il ruolo del Malignani
 

Le apparecchiature sono state realizzate grazie ad un Progetto Interregionale sul Turismo Scolastico, promosso dal Comune di Aiello, dall'ITI Malignani e dall'Istituto Tecnico di Nuova Gorica.

 

La progettazione esecutiva e la realizzazione di tutte le componenti elettro meccaniche sono dovute alle capacità e alla dedizione impagabile di Ranieri Burelli, uno dei sempre più rari uomini che sanno far collaborare mani, cervello e occhi, in una società che tende, nella scuola, a rendere tali abilità sempre più marginali.

 

 

 

Carlo Bressan e Franco Bressan
 

 

 

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